
Esplorazioni
EsplorazioniIl ritorno del carnet de voyage per riempire gli occhi e le tasche di immagini e oggetti del mondo sulla rotta del Cile.
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“Questo viaggio resterà iscritto negli annali dei miei viaggi più belli. Quelli che si richiudono in sé stessi nell’univoco percorso tra partenza e arrivo. Un viaggio che, smentite le sue mete, si è compiuto nel suo più essenziale significato, quello di essere, così scrisse una volta Stevenson, un viaggio per non andare da qualche parte“.
Adelphi 2025
9788845939242
rilegato, con blocco appunti dell’autore allegato
italiano
nuovo
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«Non ci troverete nulla. Non c’è nulla in Patagonia»: il giudizio, lapidario, è di Borges, e viene riportato da Paul Theroux in “Ritorno in Patagonia”. Che le cose non stiano proprio così lo ha dimostrato Chatwin, offrendoci il ritratto vitale di una terra arida ma nient’affatto immobile, un luogo dove non è necessario mettersi alla ricerca di storie, perché sono le storie a venire da te. E lo conferma anche Stefano Faravelli, con questo carnet de voyage – «sintesi di visione e pensiero … intrecciarsi di una partitura disegnata (o dipinta) con quella scritta» – dedicato alla sua esperienza a bordo dell’Adriatica, salpata dal porto di Ushuaia con l’intento di doppiare Capo Horn, ma sorpresa da una tempesta e costretta a trovare riparo sull’Isola Navarino, nel Canale Beagle. «Una disavventura, più che un’avventura», che però non gli ha impedito di seguire la sua personalissima «Via del Taccuino». Con il piglio curioso del viaggiatore esperto e l’attenzione maniacale ai particolari del naturalista, Faravelli riesce nell’impresa di racchiudere in poche pagine l’infinitamente piccolo e lo sterminato, il presente e il passato. Le venature sulla superficie di una conchiglia diventano così unità di misura e chiave di lettura dell’immensità dell’oceano, le rotte degli antichi navigatori si sovrappongono a quelle degli uccelli e dei delfini che seguono l’Adriatica, il disegno si fonde con le parole, le carte nautiche con i francobolli. Il risultato è una sorta di mappa mentale – qui fedelmente riprodotta -, come a suggerire che ci sono luoghi troppo estesi, e complessi, per essere rappresentati dalle mappe tradizionali.